Nuove traiettorie per costruire un approccio multistakeholder alla sostenibilità. I risultati della II Convention del progetto Cultura e Formazione per un Futuro Sostenbile

La II Convention tematica del progetto “Cultura e Formazione per un Futuro Sostenibile” dedicata al tema “Dialoghi sulla Sostenibilità. Nuovi percorsi narrativi per una community sostenibile” si è tenuta il 14 marzo a Milano presso la Chiesetta di San Carlo alle Rottole, ed ha rappresentato un’occasione proficua di confronto sull’efficacia di un approccio multi attoriale agli obiettivi di sostenibilità.

 

Editoriale Gaetano Zarlenga, Direttore del CUEIM

Il 14 marzo scorso, durante l’evento Dialoghi sulla Sostenibilità. Nuovi percorsi narrativi per una community sostenibile, organizzato a Milano presso la Chiesetta di San Carlo alle Rottole, abbiamo presentato la piattaforma multi-attoriale realizzata nell’ambito del bando del MASE “Cultura per la sostenibilità” e finalizzata a collaborare per condividere modelli replicabili, al fine di rendere il percorso verso la sostenibilità efficiente e competitivo, attraverso lo scambio di buone pratiche ed esperienze sotto forma di case history, riflessioni e modelli strategici.
Dialogo: una parola dal valore fondamentale. Attraverso di esso viene a crearsi l’empatia che ci permette di entrare nei panni degli altri e creare uno scambio costruttivo, per la condivisione di idee e valori.

Durante l’evento abbiamo dibattuto con il fine ultimo di comprendere come le quattro eliche dell’innovazione (Società Civile, Istituzioni, Università e Ricerca, Imprese) possano indirizzare la società verso la sostenibilità con un approccio all’ascolto, un management adeguato e in una logica di community. Sviluppare un approccio sostenibile è un processo multidisciplinare, multilivello e multistakeholder che incide sull’identità stessa di una realtà, non un fine ultimo, ma un percorso.

Si parte da un processo personale per arrivare all’organizzazione, identificando buone pratiche che spesso purtroppo non si conoscono. Il professor Claudio Baccarani lo ha raccontato con grande puntualità: l’innovazione parte sempre dal dubbio, che genera domande che a loro volta innescano un processo innovativo, ma il dubbio non si inserisce in ambienti che non abbiano una predisposizione ad accoglierlo. Perché un’impresa sia davvero tesa a un’innovazione sostenibile è dunque essenziale che prepari il proprio terreno attraverso otto ingredienti irrinunciabili: l’ascolto, la bellezza, il dialogo, la fiducia, il gioco, il ritmo, la tenacia e l’umiltà. Alcuni di questi possono essere di facile comprensione, sebbene resti altrettanto complicato vederli sviluppati al massimo del loro potenziale in molte realtà d’impresa: altri sono invece meno immediati. In particolare, mi ha colpito il riferimento del professore al concetto di ritmo, dove saper correre e saper rallentare nella vita della propria azienda risulta cruciale per il benessere psicofisico, per il lavoro di squadra proficuo, dunque per la stessa produttività. Non c’è innovazione, non c’è efficienza senza il ritmo: se l’asticella non fa che alzarsi, se la rapidità è l’unica parola d’ordine con cui ci si interfaccia ai propri stakeholder, l’esito non può che essere un generale impoverimento delle potenzialità di ciascuno, mentre l’impresa si fa forte delle radici costituite dalle progettualità dei singoli che la compongono, generando un’opera d’arte collettiva: in altre parole, dalla capacità di far sentire tutti parte di qualcosa di più grande, concorrere alla realizzazione di ciascuno per la realizzazione dell’intero organismo.

Abbiamo poi assistito a un dibattito ribaltato tra Sebastiano Michelotti – Political Advisor and Communication Strategist in Consiglio Regionale Veneto – e Paolo Braguzzi, autore de  “L’impresa for good” e membro di The Supervisory Board B Lab Europe con lo scopo di analizzare vantaggi e resistenze da superare nell’instaurazione del dialogo tra i CdA aziendali e l’attivismo. Citando lo stesso Paolo Braguzzi nel suo ultimo libro, infatti, “coinvolgere uno o più attivisti per l’ambiente quando si vuole misurare il proprio impatto ambientale può essere utile a vedere il tema da una prospettiva diversa.”. Abbiamo voluto raccogliere in un solo luogo la registrazione dell’evento, le diverse interviste rilasciate, il comunicato stampa, gli articoli che ne hanno ripreso la portata per non dimenticarci che la giornata si è chiusa con una certezza: fare da ponte tra sapere accademico e impresa è la nostra mission.

Ringrazio, per il confronto durante l’incontro Anna Bombonato, Funzionaria del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Direzione per l’Economia Circolare, Gabriella Calvano, Co-coordinatrice del Gruppo di lavoro Educazione della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) e Ricercatrice presso l’università degli studi di Bari, Federico Brunetti, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Management dell’Università di Verona e Pier Maria Minuzzo, HR Advisor e per i contributi che hanno dato che trovate qui di seguito, Paolo Braguzzi, autore de  “L’impresa for good” e membro di The Supervisory Board B Lab EuropeClaudia Laricchia, Co-founder e Presidente di SMILY Academy e Andrea Grieco, Impact Manager & Campaigner, Alessandro Sicchiero, Sindaco di Chieri, Claudio Baccarani,  Emerito di Economia e Gestione delle Imprese, Università degli Studi di Verona, Giulia Detomati, Co Founder di TGBA e CEO di InVento Lab, Co-Founder B Women Italy, Sebastiano Michelotti, Political Advisor and Communication Strategist in Consiglio Regionale Veneto e Laura Ciarmela, Project Manager CUEIM.

 

Per maggiori informazioni sul progetto Cultura e Formazione per un Futuro Sostenibile: info@culturaeformazioneperunfuturosostenibile.it